PUTIN INVADE L’UCRAINA: PERCHÉ? SCOPPIERÀ UNA GUERRA GLOBALE?

La notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022 segna uno spartiacque storico tra i rapporti est-ovest: il presidente Putin ha autorizzato “un’operazione speciale” in Ucraina per “smilitarizzare il Paese” e “proteggere il Donbass” con “conseguenze mai viste se qualcuno interferisce”. L’attacco è stato preceduto il 21 febbraio dal riconoscimento dell’indipendenza delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, i due territori filorussi del Donbass.

La crisi tra Russia e Ucraina non è scoppiata all’improvviso, ma è il risultato di contrasti durati moltissimo tempo.

L’escalation ucraina è l’ultimo anello di una catena di eventi il cui più recente risale al 2014: con un colpo di mano Putin ha concluso la Rivoluzione di Euromaidan annettendo la Crimea, e cacciando il presidente Janukovyč. Allo stesso tempo ha modificato l’assetto civile del Donbass sostenendo in vario modo i separatisti della zona.

CONTRASTI STORICI: LE RAGIONI DELLE AFFERMAZIONI DI PUTIN E DEI SEPARATISTI DEL DONBASS

Russia e Ucraina sono legati da un millennio di storia comune: inizialmente occupata da popolazioni slave, l’area di Kiev era stata poi la prima capitale del regno dei Rus, un popolo di vichinghi svedesi scesi dalla penisola scandinava. Nel 998 d.C. Vladimir I principe di Kiev si convertì alla Chiesa Ortodossa e fu battezzato in Crimea: in questo contesto va interpretata la frase di Putin secondo cui “Russi e Ucraini sono un popolo solo”.

Egli stesso è seguace della Chiesa Ortodossa russa che notoriamente esercita una certa influenza sul premier.

La zona passò poi sotto il controllo dei khan mongoli tra il 1237 e il 1480 passando da una struttura feudale a una autocrazia, in cui il governo assoluto dello Stato era mantenuto da un unico individuo. Nei secoli successivi nell’area nacquero vari stati che si ufficializzarono più tardi in Russia, Polonia e Lituania ma nel 1793 l’Ucraina dell’ovest fu conquistata e divenne russa.

Nel 1922 con la Rivoluzione Russa, gran parte dell’Ucraina fu annessa alla Russia mentre le altre zone attigue furono inglobate da Polonia, Cecoslosvacchia e Romania, che in seguito al secondo conflitto mondiale furono a loro volta annesse alla Russia.

L’HOLODOMOR

Stalin decise nel 1932 di collettivizzare le aree rurali ucraine (il granaio d’Europa) costringendo i kulaki, piccoli proprietari terrieri o anche contadini agiati, a lasciare lo loro terre allo Stato. Tutto ciò provocò l’ Holodomor o “sterminio per fame” in cui perirono tra i 3 e i 4,6 milioni di persone (6 milioni come nella fotografia sotto sembra essere una cifra eccessiva). Le sofferenze indicibili provocarono un forte risentimento nei confronti della Russia che perdura tutt’ora.

Allo stesso tempo, Stalin costrinse milioni di Russi a spostarsi in Ucraina per ripopolarne le zone più colpite specialmente nella parte orientale, dove si trova il Donbass: si parlava solo russo e i residenti portarono con sé usi e costumi delle loro terre. Oggi il fatto che il Donbass sia filorusso dipende principalmente da questi eventi.

Nel 1954 l’URSS annesse la Crimea; poi, alla caduta del colosso sovietico nel 1991, l’Ucraina proclamò la sua indipendenza.

RIAVVICINAMENTO ALL’EUROPA (e alla NATO)

Il 2004 vede la Rivoluzione Arancione in seguito a cui il precedente governo corrotto filorusso fu destituito e salì al governo il nuovo presidente Petro Porošenko che instaurò una nuova era di collaborazione e riavvicinamento tra Ucraina e Europa, mentre la Crimea rimane vicina a Mosca. In seguito alle forti tensioni, nel 2014 la Crimea viene annessa dalla Russia e nascono le repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk sostenute da Putin. 11 anni dopo, nel 2015 Mosca e Kiev firmano gli Accordi di Minsk, che avrebbero dovuto regolamentare i rapporti tra le due nazioni, ma di fatto non furono mai applicati completamente mantenendo l’incertezza politica e militare.

La volontà dell’Ucraina di entrare nella NATO inasprì fortemente i toni con Mosca fino a che Putin non decide l’invasione il 23/24 febbraio 2022.

LA POSIZIONE DI PUTIN

Il capo del Cremlino ha reso molto chiaro quali fossero i suoi obbiettivi con vari discorsi nelle settimane precedenti all’attacco: “L’Ucraina non esiste se non all’interno della Russia” e continua con una minaccia molto chiara alle nazioni che tenteranno di intromettersi in questa che vede come una questione interna russa: “Ci saranno conseguenze mai viste”.

Questo potrebbe implicare l’utilizzo di armi nucleari e ultramoderne ancora segrete portando a un’escalation senza precedenti con immediata e proporzionale risposta bellica della NATO.

Il missile ipersonico russo Zircon: virtualmente imprendibile da qualunque contraerea NATO, la nuova versione, migliorata rispetto alla prima, può intercettare bersagli oltre i 1.000 km di distanza, raggiunge Mach 9 (11.000 km/h) e viaggia ad altitudini comprese fra i 30 e i 40 km in una fascia di atmosfera rarefatta con minore attrito.


Il riconoscimento delle due repubbliche separatiste del Donbass, quella di Donetsk e quella di Lugansk, hanno fornito la piattaforma ideale di invasione dal sud est, integrata da quelle provenienti dal Bielorussia mentre il porto di Sebastopoli ha offerto il sostegno navale.

Porto di Sebastopoli (Crimea): uno dei punti focali della flotta da guerra della Marina russa.

La ragione dell’attacco preventivo di Putin va identificato negli appelli mai ascoltati alle potenze occidentali a creare un cuscinetto che allontani le basi NATO sempre in allerta e pronte con missili puntati verso la Russia.

LA POSIZIONE DELLE POTENZE ALLEATE

In genere la propaganda mediatica del mainstream occidentale è affetta da una forzatura causata dagli interessi in gioco che in questo caso definiscono Putin criminale o  guerrafondaio; lo stesso vizio di forma influenza gravemente le agenzie mediatiche russe che sostengono una posizione contraria, offrendo perfino ragioni storiche per l’invasione dell’Ucraina e presentando l’ attacco come una vera e propria protezione per la stessa nazione con parole molto dure contro i leader alleati del blocco USA.

Mappa delle nazioni NATO: in blu i paesi membri a cui si sono aggiunti Albania e Croazia nel 2009

Nel corso degli anni varie nazioni est-europee sempre più vicine ai confini russi sono entrate a far parte della NATO e questo spaventa Russia e Cina: per esemplificare ciò che è accaduto, è come se la Russia avesse tentato in ogni modo di posizionare i suoi missili partendo dal centro America e risalendo il continente, e alla fine li avesse posizionati in Messico, direttamente alla frontiera con gli USA: come prenderebbero la questione a Washington? Eppure, nonostante i media mainstream non lo menzionino, è quanto è successo in Europa, quindi, sebbene le azioni belliche di Putin non trovino alcuna giustificazione, egli si sente accerchiato e minacciato di fronte alle finestre di casa.

UNA GUERRA GLOBALE?

Chiaramente Mosca insedierà un governo filorusso che riporterà dal suo punto di vista la condizione geopolitica di equilibri tra il blocco sovietico e la NATO.

Questa situazione è uno dei migliori candidati per l’innesco di una guerra globale, la Terza Guerra Mondiale, che normalmente sarebbe diversa da quelle precedenti perché combattuta principalmente con hacker, missili ipersonici e droni. Tuttavia, dietro le quinte sembra essere nei piani una distruzione dell’Europa, che una volta ridotta in macerie non sarà più un ostacolo per gli USA e non sarà più un problema per la Russia.[1]

Al momento in cui scrivo Finlandia e Svezia stanno discutendo se a seguito dell’attacco di Mosca debbano entrare ora nell’Alleanza Atlantica per proteggere i propri confini; un’azione del genere potrebbe senz’altro scatenare le ire del Cremlino che risponderebbe con ulteriori azioni molto decise, probabilmente belliche, per esempio spostando uomini e armamenti pesanti nei pressi delle frontiere con questi paesi. Una situazione molto pericolosa.

IL PREZZO PER L’EUROPA

Difficile dire se questa guerra scoppierà a breve oppure se per questa volta ci si fermerà a ferme condanne diplomatiche e sanzioni economiche il cui unico prezzo sarà pagato dai cittadini europei che pagheranno il gas, petrolio e fonti primarie a prezzi mai visti.

Per avere un’idea della questione, solo l’Italia importa dalla Russia il 42,5% del gas metano e ne costituisce il maggior acquirente europeo, ciò dimostra come i cittadini dei paesi europei non avranno alcun vantaggio, anzi si impoveriranno enormemente, e molti soffriranno di fame e freddo, a causa degli aumenti spropositati dei beni di consumo generati dal caro carburanti e costi connessi. Naturalmente la quasi dipendenza dal gas e altre risorse di un potenziale nemico, mette i vertici europei in una posizione sfavorevole, in quanto rivela l’incapacità di vedere oltre pochi mesi e il guadagno del momento, mentre tradizionalmente Russia e Cina sono scaltri giocatori di scacchi e osservano lo scenario a lungo termine, prevedendo le mosse dell’avversario e acquisendo così un vantaggio non indifferente.

Invece per la Russia non sarà un problema: Infatti essa possiede le più grandi riserve di gas naturale e il rialzo dei prezzi conseguenti controbilancerà in parte le minori esportazioni. Inoltre l’economia interna, insieme al forte controllo di Putin sullo Stato, ammortizzeranno molto l’impatto delle sanzioni economiche.

Aggiungo che il sostegno della Cina, sempre presente e attenta quanto furbescamente silente, garantisce a Putin una doppia potenza, economica e bellica e intimorisce gli USA perché la Cina possiede la maggior parte del debito sovrano americano, ha in mano la stragrande fetta della produzione mondiale e sarebbe da sola in grado di scatenare e, forse, vincere una guerra con gli Stati Uniti.

Ad ogni modo una semplice analisi storica evidenzia come quasi 80 anni di assenza di una guerra globale implichi agli occhi delle grandi lobby, coloro che dirigono la finanza e la politica internazionale, la necessità di un riassetto globale, o un Nuovo Ordine Mondiale, un reset e azzeramento di tensioni e numeri discordanti, da ottenersi con varie metodiche, non ultima quella di un conflitto.

UCRAINA COME TAIWAN

I continui disturbi reciproci e prove di forza tra Russia e NATO e tra USA e Cina, che hanno sfiorato più volte la battaglia a suon di missili nelle acque del Mar Cinese meridionale di fronte a Taiwan, offrono chiari indizi della direzione a cui qualunque ritorsione alleata potrebbe portare: come l’Ucraina, ritenuta da Putin una creazione e proprietà russa, così Taiwan è considerata dalla Cina.

Secondo il sito Bloomberg la Cina osserva con attenzione il gigante USA di fronte all’attacco di Putin perché lo ritiene un elemento utile per capire come Washington si muoverà quando la Cina deciderà di attuare la stessa tecnica russa con Taiwan. Non è tanto una questione di se, ma di quando, che lo farà è secondo gli analisti molto probabile e quello sarà certamente l’inizio di una guerra in cui entrambe le potenze metteranno in campo ogni innovazione bellica in loro possesso.
Tutto questo se non intervengono ulteriori fattori a complicare situazioni così delicate e pericolose.

In pratica gli scenari geopolitici ci indicano chiaramente l’esistenza di fortissime pressioni che, come nel caso di un terremoto, libereranno improvvisamente energie accumulate in più di un secolo di storia e che sfoceranno con una certa probabilità in un conflitto, resta da vedere quando.

Secondo le proiezioni degli esperti una guerra del genere sarà disastrosa per l’Europa che ne sarà il campo di battaglia trovandosi in mezzo e direttamente coinvolta per l’appartenenza alla NATO. L’Italia, mantenendo i bombardieri tattici e il grosso degli ordigni nucleari americani (una cinquantina di bombe) nella base NATO di Aviano, e avendo centri nevralgici a La Maddalena, Niscemi, Sigonella, ecc. sarà uno dei primi bersagli dei Russi.


[1] Per informazioni specifiche sull’élite alla guida del Nuovo Ordine Mondiale e su ciò che accade dietro le quinte della geopolitica internazionale, vedi: P. Tombetti, IL TERZO PROTOCOLLO – Illuminati Revealed, Amazon Publishing, 2020, e L’ENIGMA OCCULTO DI HITLER – Il Terzo Reich e il Nuovo Ordine Mondiale, Arkadia editore, 2013 entrambi al link: https://tombettibooks.com/pubblicazioni/

4 Comments:

  1. Molto interessante, grazie.

  2. Ciao Pierluigi, che dire la tua analisi è lucida, equilibrata e tristemente realistica.
    Anche io penso che aldilà della gravità o meno della guerra, le conseguenze saranno pesanti e tutte a carico dei cittadini europei.
    Saluti

    • Grazie mIlle, Martina, purtroppo questo è quanto emerge dai dati che abbiamo e dalle informazioni dai consulenti in prima linea che utilizzo, quindi ci attende un futuro prossimo molto vicino a quanto è descritto nell’articolo.

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